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locandina (1)

Arianna – Carlo Lavagna

locandina (1)Arianna è una ragazza di vent’anni dai grandi occhi chiari, azzurrissimi, dello stesso colore dell’acqua del lago dove si reca con i genitori per trascorrere alcune settimane di vacanza nella casa rossa di famiglia. È lei stessa a raccontarci la sua singolare storia, iniziando col dirci che è nata tre volte, mettendoci così fin da subito, se non in una condizione di suspense, quantomeno in uno stato di confusione misto ad attesa. Questa condizione è alimentata qua e là da piccoli indizi rivelatori, permarrà di fatto costante per l’intero film, e verrà soddisfatta, da noi spettatori come da Arianna, solo nella sconcertante scoperta delle scene finali.

Alcune cose che vengono però mostrate con chiarezza ci sono: Arianna ha un problema fisico che le impedisce di avere le mestruazioni e che la costringe ad assumere ormoni per la crescita del seno. Nella casa sul lago, a contatto con la natura, sembra emergere ancora più violentemente nella ragazza l’esigenza di diventare donna, desiderio trasposto, a livello cromatico, dall’insistenza del colore rosso. La tinteggiatura della casa, così come la testata del letto e alcuni dettagli della porta del bagno sono di diverse sfumature rossastre, ma rosso è soprattutto il colore del sangue: sangue animale che cola dalle viscere del cinghiale ucciso e sventrato in una battuta di caccia col padre; ma anche e soprattutto sangue mestruale che cola dalle cosce di Arianna e va a imbrattarne il letto in un suo tormentato sogno. Accanto all’elemento sanguigno troviamo, in opposizione, di nuovo anche cromatica, un altro liquido: l’acqua azzurra. Arianna compare, in diverse scene, sommersa, nuda, in acqua, avvolta in quello che potrebbe somigliare a liquido amniotico, simbolo questo di rinascita da bambina a donna, ma anche di una sorta di annullamento sessuale: non ancora completamente maschio o femmina, sicuramente non ancora donna.

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Svelando solo alla fine la verità sul problema raro di Arianna, il film vuole parlare innanzitutto della ricerca dell’identità e della sessualità nell’età della giovinezza, vale a dire affrontare un tema con cui chiunque si è confrontato. 923072015180711_media1Ricerca che non a caso avviene a contatto con la natura ‒ cosa, naturalmente, fa sì che una donna si definisca tale? ‒ e che, a livello figurativo, è espressa proprio attraverso l’esplorazione del bosco con le spedite camminate della protagonista, accompagnate dai dialoghi, sempre poco chiarificatori, col padre, con lo zio e soprattutto con la cugina Celeste, detentrice di una femminilità che attira continuamente lo sguardo di Arianna e che sarà per lei motivo di scompiglio interiore.

Opera prima visivamente coraggiosa ‒ non vengono lesinati il nudo e la masturbazione ‒, Arianna ci pone davanti ad alcune fondamentali domande: perché ci è data un’identità e non un’altra? Quanto l’essere femmina o maschio dipende dalla natura? Quanto, in definitiva, la propria identità sessuale è un fatto culturale più che naturale?

Di Carolina Zimara

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