Carrozze, passeggiate, balli, canti, costumi pomposi, tenute sfarzose ma soprattutto lunghe conversazioni sono gli elementi che contraddistinguono numerosi film ambientati nell’Inghilterra di fine XVIII° secolo. Questo schema classico è riproposto, nella sceneggiatura prima e sullo schermo poi, dal regista statunitense Whit Stillman, nel fresco e frizzante riadattamento di Lady Susan, romanzo in forma epistolare di una giovane Jane Austen. Amore e inganni (Love and Friendship è il titolo originale prestato da un’altra opera giovanile della scrittrice) racconta le macchinazioni di una vedova seducente, senza scrupoli, calcolatrice e cinica. Lady Susan sconvolgerà, coi suoi piani orchestrati al fine di trovare un ricco marito per sé e per la giovane figlia, le vite di coloro che cadranno nella sua rete, sfruttando gli uomini – nipotini compresi – che le gravitano attorno per appagare i suoi interessi (una casa in cui vivere, una passione da soddisfare, una ricchezza da acquisire). I dialoghi serrati e arguti, sarcastici e ironici, a tratti comici e dal sapore grottesco contribuiscono ad un ritmo veloce e brioso che fa da contraltare all’inevitabile maestosità e aura solenne tipica dei film in costume. Un comedy drama – poco romantico – con al centro l’universo femminile, in perfetto stile austeniano, ma con una “insolitamente” diabolica eroina, alle prese con la ricerca di affermazione sociale in un mondo borghese e classista definito dalle apparenze. Snocciolando citazioni bibliche e facendo dell’arte oratoria ammaliatrice la sua arma, Lady Susan non si fa odiare, nonostante si assista per tutta la durata della visione alle sue subdole manipolazioni.
I temi musicali della colonna sonora, lirici e sinfonici – eseguiti dalla Irish Film Orchestra – e il cast sono di alto livello. Il personaggio dello sciocco ma ricco scapolo Sir James Martin, interpretato magistralmente da Tom Bennet (la cui idiozia lascia spesso attoniti i suoi interlocutori), tiene lontana la noia e strappa sorrisi. Di rilievo la performance di Kate Beckinsale, credibile e convincente (negli abiti da lutto che fanno pensare ad un’affascinante dark lady più che ad un’addolorata vedova), supportata dalla complice Mrs Johnson (Chloë Sevigny), già compagna sul set di Last days of disco, diretto dallo stesso Stillman. Le inquadrature classiche e piuttosto statiche sono vivacizzate da scelte registiche originali: i personaggi sono incorniciati nel mascherino a iride come in un vecchio film muto o in una moderna soap opera con tanto di didascalia sottostante che indica il nome e una breve descrizione. Il personaggio di Lady Susan ha il pregio di apparire classico e contemporaneo allo stesso tempo. La protagonista non si allontana troppo dallo spirito di un’emancipata donna in carriera di oggigiorno che sfrutta le proprie doti, che non si fa intimorire dalla morale comune e che, “per sua esperienza” non crede più alle favole: “i matrimoni durano per tutta la vita”.
di Loredana Iannizzi