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SENZA TRAMA E SENZA FINE

saison culturelle 2019-2020

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Estate ’85

François Ozon è un regista eclettico e molto spesso col suo cinema ha riflettuto sulle narrazioni, sul loro senso e sulla loro capacità di rappresentare, o manipolare, la realtà. La finzione del racconto e il reale si mischiano, per esempio, ne Nella casa (2013) e nei suoi tanti piani narrativi,

In viaggio verso un sogno – The Peanut Butter Falcon

Nel 2011, in California, i due registi, Nilson e Schwartz, conoscono Zack Gottsagen, un giovane con sindrome di Down che ha come sogno quello di recitare. L’incontro fa nascere in loro l’idea di scrivere un film incentrato su di un ragazzo che desidera a tutti i costi diventare un wrestler.

Palm Springs – Vivi come se non ci fosse un domani

“Devi solo accettare che niente ha più importanza!” esclama Nyles, protagonista maschile di Palm Spring – vivi come se non ci fosse un domani, consegnandoci così la morale di questa graziosa commedia, presentata in anteprima mondiale al Sundance Film Festival nel gennaio 2020. Nyles e Sarah, versione tragicomica e postmoderna

Minari

La storia ha inizio quando Jacob (Steven Yuen), immigrato coreano, decide di trasferirsi dalla California all’Arkansas, convincendo la moglie Monica (Yeri Han) a seguirlo insieme ai loro due figli, Anne e David. I sogni dell’uomo, che spera di fare fortuna come agricoltore di prodotti coreani, ben presto entrano in conflitto

Corpus Christi

Tratto da un fatto di cronaca locale, Corpus Christi narra la storia di Daniel, un ragazzo di vent’anni detenuto in riformatorio a causa di crimini violenti. Il carcere, ben lontano dall’immaginario di struttura di recupero, è il luogo in cui Daniel riconosce la necessità di una svolta nella sua vita.

Babyteeth – Tutti i colori di Milla

Denti da latte (babyteeth) che non vogliono cadere: un simbolo dell’infanzia che stenta a lasciare il posto all’età adulta; analogamente, la perdita degli stessi come un momento di passaggio e di crescita. Shannon Murphy esordisce con un lungometraggio basato sulla non di certo originale trama legata ad una storia di

Au nom de la Terre

È il 1979 e Pierre Jarjeau, in sella alla sua moto, ritorna nella proprietà di famiglia, in Francia, dopo aver svolto un’esperienza lavorativa nel Wyoming. Il sorriso della fidanzata e le note allegre della canzone nel mangianastri non gli bastano per sentirsi a casa: il giovane ha intenzione di sposarsi

Ema

Pablo Larraín è senza dubbio uno dei registi più importanti degli ultimi quindici anni, capace di realizzare alcuni film importanti (No – I giorni dell’arcobaleno, Tony Manero) e un paio di capolavori (Neruda, Il Club), ma soprattutto in grado di costruire un percorso artistico insieme rigoroso e provocatorio, da vero