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PROSOPON – La camera di Orfeo

maschera, dal greco: “prósopon”:

“pros” (=addosso”, “vicino”, “presso”) dalla radice indoeuropea “per” (“prima”, “davanti”, “attraverso”, ecc.)

“opon” (= “occhio” e, per estensione, “volto”), dalla radice indoeuropea “*okW-” (“vedere”).

Maschera, “prósopon”, come “davanti al viso” oppure, immaginando una formazione molto arcaica, “vedere attraverso”.

IL PROGETTO

PROSOPON – la camera di Orfeo” è un progetto originale e sperimentale che ha consentito a due compagnie di teatro professionale locale (framedivision e Replicante teatro) di unire le forze per migliorare la qualità della propria offerta artistica, nonché culturale, su tutto il territorio regionale e altresì oltre confine. E finanziato, ai sensi della l. r. 12/2023 Fondo regionale politiche giovanili, dall’Assessorato beni e attività culturali, dal Sistema educativo e Politiche per le relazioni intergenerazionali nell’ambito dell’Avviso pubblico 3-2023 e con il sostegno del Comune di Aosta.

Il progetto “PROSOPON – la camera di Orfeo” nasce a seguito del distanziamento sociale. Si è scelto di rivedere radicalmente il concetto di spazio, non tanto in quanto “area calpestabile”, ma in quanto “luogo” in cui il corpo entra in relazione con il mondo e lo percepisce. E’ nata un’installazione scenica che si è fatta spazio e all’interno di quello spazio sono state create alcune storie. Sono storie prigioniere che abbiamo liberato. Alle pareti di una camera chiusa sui quattro lati, abbiamo aperto delle piccole finestre attraverso le quali il pubblico può guardare dentro e le storie possono uscire fuori. Questo progetto prevede intimità. Infatti, ogni rappresentazione teatrale prevede 24 spettatori alla volta e/o la presenza di una classe scolastica.

Il pubblico è invitato dunque a sprofondare il proprio sguardo attraverso la superficie per guardare oltre, e VEDERE il corpo dell’attore all’interno di uno spazio artefatto in cui accade l’antico rito che consente di “vedere insieme” il vero per finta, giungendo alla contemplazione dell’autentico. 

È uno spazio, il “prósopon”, che consente di guardare nel grembo del pensiero quando questo si fa azione: “azione teatraleper pochi spettatori alla volta. Uno spazio capace di inserirsi a sua volta in un altro spazio e, allo stesso tempo, di crearne uno al suo interno. Diventare, cioè, contenuto e contenitore; significato e significante. Una sorta di matriosca (un dentro/fuori che guarda e vede all’interno e all’esterno insieme, passando dal macro al micro in un flusso costante di andate e di ritorni) con, e nella quale il Teatro possa generare drammaturgie alimentate da una stessa esigenza: guardare attraverso per giungere a “vedere” l’intimo delle cose: l’autentico.

PERFORMANCES

PROSOPON ed. 2022

framedivision” e “Replicante teatro”, con questo progetto, presentano e propongono il frutto di una collaborazione iniziata nel 2021

Il 2022, infatti, ha visto realizzati progetti concepiti durante la stasi inflitta dalla pandemia. Li ha visti nascere e debuttare consentendo a noi teatranti di ritrovare il pubblico con il quale era stato necessario, nonché obbligatorio, sospendere relazioni decennali, concludendosi infine con l’anteprima di due spettacoli:

Le tele di Penelope” e “La Luminosa” due azioni teatrali che traggono forza e ispirazione da due figure femminili: Penelope e Fedra

PROSOPON ed. 2023

Per l’edizione 2023 abbiamo chiesto al Comune di Aosta di accogliere questo “luogo” (questa sorta di camera dei sogni) negli spazi dell’Hôtel des Etats, incastonati nel cuore della città di Aosta in Piazza Chanoux.

L’intenzione era quella di permettere che l’Hôtel des Etats si facesse a sua volta luogo, proprio in quel luogo che sta esattamente al centro della città, nella sua piazza principale, così da poter dare vita, al suo interno, a due azioni teatrali per pochi spettatori alla volta ispirate a due figure della mitologia classica: “Le tele di Penelope” e “Memorie di un Ulisse“.

PROSOPON ed. 2024

Dopo l’edizione della primavera 2023, sostenuta dal Comune di Aosta e dalla Tavola Valdese, per il 2024 è stato individuato un nuovo tema: l’esilio. Abbiamo pensato a due nuove proposte attraverso due spettacoli teatrali (due monologhi per personaggi imprigionati)  “FEDRA – la luminosa e FRANCHENSTAIN – il camminante”. 

Il primo, a partire da “Phaidra” di Euripide; il secondo, dal “Frankenstein” di Mary Shelley: due figure estremamente vicine ad alcune possibili condizioni esistenziali dell’adolescenza. Abbiamo visto in queste due figure (una femminile e una maschile), l’occasione per affrontare apertamente la questione della difficoltà nel costruire relazioni interpersonali che siano rispettose di tutti i soggetti coinvolti.

Senso di colpa, percezione di inadeguatezza, ansia da prestazione, senso di inferiorità, assenza di autostima, isolamento sociale, sono condizioni che, nell’universo femminile, tendono a favorire un’implosione che si manifesta in una violenza autodistruttiva che può giungere, nei casi più estremi, al suicidio o al martirio perpetuato (vedi “Fedra”); nell’universo maschile, invece (vedi “Franchenstain”), le stesse, quando degenerano, spesso, sfociano nell’esatto contrario: esplosioni di rabbia e di violenza verso l’esterno, con gli esiti che purtroppo ben conosciamo.

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