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Forza Maggiore – Ruben Östlund

Forza-Maggiore-trailer-italiano-del-film-svedese-premiato-a-Cannes-1Il grande cinema è da sempre abitato da ossessioni, capaci di saturare progressivamente ogni altra componente; è proprio un’idea fissa, in continua espansione, a caratterizzare Forza Maggiore, tra i più interessanti lungometraggi della passata stagione, diretto dal regista scandinavo Ruben Östlund e vincitore del premio della giuria per la sezione Un certain regard allo scorso festival di Cannes.

Una slavina rischia di investire una famiglia svedese, comodamente in vacanza presso una lussuosa località sciistica francese: a partire dalla goffa reazione del padre all’evento si producono una serie di conseguenze che mettono in discussione l’unità familiare, i rapporti tra i genitori, con i figli, gli amici, e gli estranei.

Forza Maggiore è un film comico – anzi, a tratti persino demenziale ‒, ma al tempo stesso caratterizzato da una ferocia apparentemente inarrestabile. Il registro della narrazione oscilla infatti continuamente tra un’ironia grottesca, che ricorda da vicino quella di un altro regista scandinavo, Roy Andersson (recentemente premiato a Venezia con il suo “metafisico” Piccione), e un intenso fuoco drammatico, in grado di fare emergere la solitudine “egotica” dei personaggi: dal padre fragile e frastornato alla madre in piena crisi, dai figli sinceramente preoccupati e insieme troppo tecnologicamente indaffarati all’amico di famiglia in cerca di conferme, con giovane accompagnatrice al seguito.

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In Forza maggiore, opera genuinamente etico-estetica, lo splendore geometrico delle inquadrature, che incornicia il contemporaneo stile architettonico del lussuoso complesso sciistico, non pare soltanto la pregevole esibizione di un raffinato stile registico o di un pur presente fashion sense, ma contribuisce a dare piena consistenza alle vicende narrate. I molteplici piani fissi, che spesso, nei dialoghi, disarticolano la grammatica degli sguardi, insistono sulle più impercettibili reazioni dei personaggi, messe bene in scena da un affiatato cast, così come i meravigliosi bianchi che emergono nelle riprese sulle piste ci ricordano – quasi come in un film di Antonioni – che la potenza del cinema è anzitutto una questione di luce, ombra e movimento, in grado di fare apparire e sparire i personaggi, al di là di qualsiasi parola scambiata. Una menzione speciale merita infine la colonna sonora, per lo più silente, se non per l’insistenza sul noto tema tratto ‒ ironicamente ‒ dal terzo movimento dell’Estate vivaldiana; anche in questo caso scelta stilistica e utilizzo intermittente trovano perfetta coincidenza con il contenuto narrativo.

forza-maggiore01-1030x615Östlund riesce così nel mirabile intento di strapparci più di una risata “sbagliata”, facendoci sorridere dove non si dovrebbe e, insieme, di costruire un lucidissimo saggio sui rapporti di coppia, sul deterioramento delle relazioni che, spesso invisibile nella quotidianità, può emergere a partire da un evento imprevisto. Forza Maggiore ci conferma insomma, dal primo fotogramma al finale, vero e proprio colpo di genio del film, che il fulcro per poter proporre un cinema all’altezza della contemporaneità continua ancora a risiedere nell’esplorazione dei rapporti interni a quella meravigliosa macchina di potere che chiamiamo “famiglia”.

Giulio Piatti

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