Catherine Breillat torna sul grande schermo nelle vesti di regista e sceneggiatrice con Ancora un’estate, in concorso al 76° Festival di Cannes nel 2023, remake del film danese Dronningen (2019). Protagonista della sua ultima opera è Anne, stimata avvocatessa che difende ragazzine abusate e che vive nella Ville Lumière insieme al marito Pierre e alle loro due figlie.
La routine della loro quotidianità si interrompe nel corso di un’estate, quando lo strafottente e rabbioso Théo, il figlio diciassettenne di Pierre nato da un precedente matrimonio, si trasferisce nella loro casa. Anne intraprenderà con il ragazzo una relazione che rischierà di mettere a repentaglio la sua carriera, l’unità della sua famiglia e la stabilità emotiva del giovane. Il gioco tra i due diventa presto qualcosa di coinvolgente per la donna, che non sembra capace di controllare la passione e le pulsioni del proprio desiderio. Di fronte alle ripicche di Théo, che svela la liaison al padre e denuncia la matrigna per abuso, si assiste a un cambio di passo che vede tornare al centro della vicenda il rispetto dell’onorabilità borghese da parte della protagonista.
Emerge così per lo spettatore, e in particolar modo per le spettatrici, una questione, se sia meglio scegliere tra il desiderio e la rispettabilità, obbligando tutti a chiedersi dove sia il fragile confine del consenso, a confrontarsi con un tema complicato e per nulla scontato. Da cineasta dei volti, nella sequenza d’apertura, Breillat lo mostra fin da subito e senza troppi pudori attraverso lo sguardo imbarazzato di una ragazzina, che accolta nello studio di Anne racconta la sua esperienza.
Sono proprio l’ambivalenza e l’ambiguità che permettono alle protagoniste di Breillat di sfuggire a una rappresentazione monolitica della realtà e a offrire uno sguardo originale sul mondo borghese, la cui apparente patina di perfezione è scheggiata da fratture sotterranee, pulsioni sessuali ed emotive che senza alcun preavviso possono mandare tutto in frantumi. Breillat, regista e scrittrice di lungo corso (nata nel 1948, nel 1968 fu censurato il suo primo romanzo L’homme facile) che lungo la sua carriera ha incontrato sempre molti ostacoli professionali e personali (è del 2005 il brutto episodio di emorragia cerebrale) prima di ottenere il riconoscimento della critica cinematografica francese più esigente, a cominciare dai Cahiers du cinéma, offre al suo pubblico il risultato di un percorso difficile e complesso.
Ancora un’estate è infatti un’opera provocatoria e intensa, oscura e insieme romantica, che permette alla sua autrice di ricostruire con precisione millimetrica la psicologia dei personaggi, con un’attenzione particolare ad Anne, magistralmente interpretata da Léa Drucker, che regala alla sua protagonista uno spessore indimenticabile.
Valeria De Bacco