Daniel Moreira (Antonio Saboia), protagonista del nuovo lungometraggio del regista brasiliano Aly Muritiba Deserto particular, è un agente di polizia quarantenne sospeso dal lavoro attivo, attualmente indagato dagli affari interni per violenza. In attesa del processo che lo attende, in una condizione di grigiore quotidiano, l’uomo si barcamena alla ricerca di lavori di fortuna come buttafuori in discoteca e si prende cura del padre malato, un ex militare che non parla più e che ha bisogno di cure costanti, affiancato dalla sorella che vorrebbe affidare il genitore a una casa di cura e che con suo totale disappunto scopre essere omosessuale.
Quando Sara, la donna con cui è nata una storia d’amore online e che non ha ancora potuto incontrare di persona, smette di rispondere ai suoi messaggi, Daniel decide di andare verso il Nord del Paese per cercarla, a tremila chilometri di distanza da casa. Inizia così un viaggio apparentemente senza senso e, come sembra voler dire Muritiba che solo a questo punto, dopo circa trenta minuti dall’inizio del film inserisce i titoli di testa, qui comincia anche la vicenda. Nessuno sembra sapere chi sia Sara, finché a un certo punto qualcuno afferma di poterlo condurre dalla donna.
Deserto particular, proiettato per la prima volta alla diciottesima edizione delle Giornate degli Autori alla Mostra del cinema di Venezia dove ha vinto il premio del pubblico, è un dramma sentimentale che ha le forme del road movie e conduce il suo protagonista alla scoperta di se stesso e di un lato inconfessabile della sua anima. Nel film, scelto per rappresentare il Brasile agli Oscar del 2022, non manca una buona dose di suspense capace di tenere alta l’attenzione dello spettatore, che non viene sottoposto alla violenza cui il cinema brasiliano lo ha abituato con opere come City of God (2002) o Tropa de Elite (2007). La prospettiva cambia arrivati alla metà del film, quando si scopre l’identità di Sara e il suo quotidiano, la sua doppia vita.
Deserto particular racconta la storia di un incontro inaspettato, che rimette in discussione le certezze di un uomo, provocando in lui prima la delusione e poi la rabbia, scatenando la sua aggressività, per poi piano piano riconnetterlo con se stesso e con i propri sentimenti. È la storia di un incantesimo che si rompe, di una relazione impossibile che vede due anime sospese tra l’amore e l’odio, ed è l’incontro tra due mondi distinti. Da una parte il Sud del Brasile, freddo e conservatore, dall’altra il Nord più soleggiato e progressista, due spazi geografici ed emotivi molto diversi. L’occhio di Muritiba osserva tutto con grande delicatezza, supportato dall’interpretazione intensa dei suoi interpreti (al fianco di Sabola c’è Pedro Fasanaro), dando vita a un film intonato, che riflette sul concetto di libertà personale e sul peso delle proprie gabbie mentali.
Valeria De Bacco