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Povere creature - poster

Povere Creature!

Bella Baxter (una magnetica Emma Stone, in un’interpretazione che le è valsa l’Oscar come Miglior Attrice) è una delle protagoniste femminili tra le più conturbanti e interessanti della recente storia del cinema mondiale. Trovata cadavere, incinta di un feto ancora vivo, viene riassemblata da God(win) Baxter (William Dafoe), medico chirurgo dedito a eccentrici esperimenti, che la riporta in vita trapiantandole il cervello del proprio neonato.

God(win) e Bella vivono felicemente come padre e figlia, creatore assieme alla sua (povera?) creatura, finché la ragazza non cresce, impara e desidera: l’uomo non può più trattenerla e Bella, con la sua andatura sghemba e claudicante, libera da qualsiasi forma di condizionamento esterno e ipocrisia, parte alla scoperta del mondo e di sé stessa assieme al dissoluto avvocato Duncan Wedderburn (un esilarante Mark Ruffalo). “Io sono Bella Baxter, sono una persona imperfetta e mi piace sperimentare. Io devo partire, vedere il mondo e c’è così tanto da scoprire…”. La donna con il cervello da bambina inizia il suo viaggio di formazione passando da Lisbona ad Alessandria fino a Parigi, immersa in un magma di colori elettrici, costumi mirabolanti, inquadrature grandangolari e musiche spesso dissonanti.

 Centrale è il tema dell’autodeterminazione femminile, della scoperta personale. Bella si trasforma da corpo-oggetto a soggetto-agente, dimostrando che l’emancipazione avviene attraverso la conoscenza, lo studio filosofico ma anche l’esperienza, la scoperta dei sensi e del corpo. Il sesso come nodo cruciale della propria indipendenza, la scelta della non monogamia e della prostituzione come elemento fondante della propria autodeterminazione. Povere creature, definito a tratti un manifesto femminista avvincente e provocatorio, è senza dubbio un film rivoluzionario per la sua capacità di mettere in discussione le norme sociali e di spingere gli spettatori e le spettatrici a interrogarsi sulle proprie convinzioni e i propri pregiudizi. Sollevando domande importanti sulla libertà individuale, sull’autodeterminazione e sull’uguaglianza di genere, invita a riflettere sulle ingiustizie presenti nella nostra società e sulle azioni che possiamo intraprendere per combatterle.

Adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 1992 scritto da Alasdair Gray, l’opera è stata presentata in concorso alla 80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove si è aggiudicata il Leone d’oro al Miglior Film. Ha vinto anche quattro premi Oscar (oltre a Miglior Attrice a Emma Stone, Migliore Scenografia, Migliori Costumi e Miglior Trucco e Acconciatura) nonché due Golden Globe (Miglior film brillante e Migliore attrice in un film brillante ad Emma Stone), rivelandosi così uno dei film più originali e stimolanti degli ultimi anni.

Carolina Zimara

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