In cucina, si sa, si accendono i fornelli e con essi anche la passione. Karen sta festeggiando i suoi quarant’anni di matrimonio circondata dalla famiglia e dagli amici più intimi quando, poco prima del taglio della torta, fedele replica del dolce nuziale, scopre una foto compromettente sul cellulare del marito. Sten la tradisce da tempo eppure, messo di fronte all’evidenza, per lo shock si ferisce finendo di corsa in ospedale. Per lui è la fine di un mondo costruito sulle bugie, per Karen l’inizio di una nuova vita fatta di libertà: il dispiacere della scoperta diviene il motore per inseguire i propri sogni e dedicare finalmente del tempo a se stessa. Da un incontro fortuito, circondata dall’affetto delle amiche Monika e Pia, Karen ritrova prima la curiosità per iscriversi a un corso di cucina panasiatica, poi il coraggio di reinventarsi una professione nel mondo del catering e infine quello di concedersi la possibilità di amare ancora con pienezza e sincerità.
Tuesday Club non ha la pretesa di reinventare il genere, sorprendere lo spettatore per la sua grammatica cinematografica fuori dagli schemi o per la stravaganza delle tematiche. La settima arte ha ormai collaudato lo schema della commedia romantica basata sul binomio amore-cibo: da Chocolat a Amori e dissapori passando per Il sapore del successo e arrivando al bellissimo film d’animazione Ratatouille, non mancano gli esempi a cui ispirarsi. La delicatezza di Annika Appelin, che nel cinema ha lavorato come sceneggiatrice e che qui veste per la prima volta i panni della regista, offre tuttavia allo spettatore uno sguardo femminile ed equilibrato non solo sull’universo della coppia e della famiglia, ma anche sul significato della femminilità nel ciclo della vita.
Karen non vuole essere solo una moglie e una mamma, così come non accetta che la società la descriva in questo modo né che le aspettative nei suoi confronti vadano tutte in quella direzione. Karen è l’emblema di una donna forte e caparbia, capace di trasformare un momento di lutto – un tradimento rappresenta sempre la fine della fiducia – in un’occasione per dare il meglio e stimolare gli altri a fare lo stesso. Sono tante le donne come lei, eppure di loro si parla sempre poco: è questa l’idea profonda alla base del lavoro di Appelin, che con Tuesday club vuole dar voce a tutte le donne invisibili che restano nell’ombra, dimostrando che in nessun contesto, e il cinema non dovrebbe essere da meno, è lecito discriminare qualcuno per la sua età, tanto più se è una donna.
Se, come diceva Da Vinci, la semplicità è la più grande sofisticatezza, è bello concedersi la gioia di una commedia romantica dallo stile asciutto e senza troppi fronzoli, capace di regalare qualche sorriso genuino, al di là dei luoghi comuni.
Valeria De Bacco